zero is our mygod
barbed glass
with blood in the smile
rose of where without the thing
eat
die
then digest
we are satisfied
we sing
the beehive
finally appears to us
our light
opaque and ours
who remains what remains
purest human
thing
benediction
selection
solution
salvation
butchery
little skull flood
spring of shadows
open up flower die
barely a tremor
fairy tales
breeding grounds
until the very end
hair blood comets
echoing voices
like mouths left to delirium
on knees lost
in tears
humans
tiny flames
barely a fissure
impulses
now weak
now dreamed
more cries
from when they were
cold feathers
mane of blood
now that i’m dead
mygod stoops
and breathes like a dog
in blood he nuzzles
in hunger
like a remain
without respite
a crooked miracle
a distant murmur
i am alive because
i have fire inside my head
also dogs
without eyes
come and go
in the fire
inside my head
mygod they stutter
who we are don’t know
nor what we want
to burn alive
is something
good and righteous
to turn us to
ashes is a struggle
buzz
with our impiety
zero è il nostro iddio
vetro filato
a sangue nel sorriso
rosa del dove senza cosa
mangiare
morire
poi digerire
siamo sazie
cantiamo
l’alveare
finalmente ci appare
nostra luce
opaca e nostra
chi rimane cosa rimane
più pura umana
cosa
benedizione
selezione
soluzione
salvezza
macellazione
piccolo cranio diluvio
primavera di ombre
aprirsi fiorire morire
appena tremore
favole
focolai
fino alla fine
chiome sangue comete
vaghissime voci
come bocche lasciate al delirio
in ginocchio perdute
in lacrime
umane
fiamelle
appena fessure
impulsi
ora deboli
ora sognati
più gridi
da quando erano stati
fredde piume
chioma di sangue
ora che sono morto
iddio si piega
e respira come un cane
nel sangue s’annida
nella fame
come un resto
senza conforto
un miracolo storto
un bisbiglio lontano
io sono vivo perché
c’ho il fuoco dentro la testa
e anche i cani
senz’occhi
vengono e vanno
nel fuoco
dentro la testa
iddio balbettano
chi siamo non sa
né cosa vogliamo
ardere vivi
è cosa
buona e giusta quel tanto
che di noi far
cenere a stento
ronzio
della nostra empietà